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Considerazioni sull’applicazione dell’ozono in apicoltura

A cura di Marco Pietropaoli e Giovanni Formato (Unità Operativa di Apicoltura IZS Lazio e Toscana)

Recentemente è emerso in apicoltura l’interesse per un nuovo dispositivo di somministrazione dell’ozono al fine di contrastare l’infestazione da varroa negli alveari.

Nel presente articolo sono descritti gli esiti di una prova di campo realizzata presso l’IZS Lazio e Toscana nel mese di dicembre 2015 per valutare l’efficacia acaricida e la tossicità per le api dell’ozono somministrato mediante un generatore attualmente in commercio. Tale prova di efficacia è stata condotta in assenza di covata.

Materiali e metodi

La prova di campo è stata realizzata nell’apiario sperimentale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana “M.Aleandri” nell’inverno 2015 con le api in blocco di covata e seguendo le modalità indicate dalla Ditta di produzione della strumentazione (figura 1).

Figura 1 Alcuni alveari sottoposti al trattamento con ozono
Figura 1 Alcuni alveari sottoposti al trattamento con ozono

Sono stati costituiti nell’apiario sperimentale due gruppi di 5 alveari ciascuno, uno trattato con ozono, l’altro non trattato (controllo).

Dopo 14 giorni di somministrazione di ozono, è stato effettuato un trattamento di controllo della varroa residua (follow-up) con Apibioxal® e Apivar®.

Per valutare gli effetti tossici del trattamento a carico delle api è stata stimata la forza degli alveari, intesa come popolosità di api adulte dei due gruppi sperimentali, il giorno del trattamento e alla fine del trattamento con ozono (pari a 14 giorni) mediante il metodo dei sesti (Delaplane et al., 2013). Gli effetti di tossicità a carico delle famiglie di api sono stati valutati con la conta delle api nelle gabbie under-basket durante il periodo di trattamento. Infine, è stata valutata la mortalità a carico delle api regine.

Risultati

In figura 2 è riportata l’efficacia acaricida ottenuta nei due gruppi sperimentali. Negli alveari trattati con ozono è stata ottenuta una riduzione del 4,9% del numero di varroe presenti, mentre nel gruppo non trattato la mortalità naturale si è attestata al 4,8%. La differenza tra i due gruppi non è statisticamente significativa.

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Figura 2 Efficacia acaricida ottenuta nei due gruppi sperimentali

In figura 3 è riportata la percentuale di api adulte negli alveari trattati e nel gruppo di controllo alla fine del periodo di somministrazione dell’ozono.

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Figura 3 Variazione della quantità di api adulte dopo il trattamento

Nel gruppo trattato con ozono, si è avuta una riduzione della quantità di api adulte rispetto al controllo pari al 5,8%, che comunque non è risultata statisticamente significativa.

In figura 4 è riportata la mortalità media delle api nelle gabbie under-basket. Non sono stati osservati fenomeni di mortalità acuta a carico delle famiglie trattate con ozono (Figura 4).fig4

La mortalità a carico delle api regine è risultata assente, sia nel gruppo trattato che nel gruppo di controllo.

Considerazioni e conclusioni

Il trattamento con ozono ai fini della riduzione del livello di infestazione da Varroa destructor negli alveari, nonostante non siano stati registrati fenomeni di tossicità o mortalità a carico delle api regine in seguito al trattamento, con le tecnologie e le quantità descritte nel presente articolo, non risulta soddisfacente, considerando che un buon trattamento acaricida dovrebbe attestarsi almeno su valori di 85-90% di efficacia.

Ulteriori studi sono comunque necessari per poter valutare se, con dosaggi o tecniche di somministrazione differenti, l’ozono possa rappresentare uno strumento interessante per il mondo apistico.

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