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Apidolomiti: Perduta la produzione di miele di acacia e di gran parte di millefiori

BELLUNO. Perduta la produzione di miele di acacia e di gran parte di millefiori. La situazione è allarmante per quel che riguarda la produzione di miele per il 2016. A essere particolarmente preoccupato è il presidente di Apidolomiti, Carlo Mistron. Sconsolato, accenna al fatto che «ci resta ancora la fioritura del tiglio a metà giugno. Se anche questa andrà perduta, saremo rovinati».

«Le api sono in buona salute», dice Mistron, «ma quello che manca è la materia prima, cioè i fiori dove possano posarsi per succhiare il nettare da trasformare in miele. A causa del maltempo che ha caratterizzato questa primavera molto umida e fredda, le api non sono praticamente mai uscite dagli alveari. Questo significa che non c’è stata produzione di miele sia per noi produttori sia per gli stessi insetti, che non hanno quindi il cibo per sopravvivere. Tanto che ad oggi siamo noi apicoltori a doverle nutrire».

Proprio perché si trovano in ristrettezze alimentari, i singoli alveari si stanno dividendo: «Una parte delle api», prosegue, «sciama via per formare un nuovo nucleo, così da avere meno insetti da sostenere. Ma questo per gli apicoltori significa avere gli alveari numericamente meno “forti” e quindi meno produttivi».

Le conseguenze di questa situazione si riversavano anche sull’agricoltura. «Se le api non vanno a impollinare i fiori delle piante, non cresce alcun frutto. E quindi ci saranno problemi anche nella produzione agricola. Tutto è collegato all’attività delle api», commenta il presidente di Apidolomiti, che evidenzia come «la produzione di miele legate alle fioriture di acacia e di tiglio sono le più cospicue per il nostro territorio, unitamente a quelle di millefiori. Ad oggi la fioritura di acacia non c’è stata per la pioggia e anche sui prati i fiori, come quelli di tarassaco, sono ormai sfioriti. Posso tranquillamente dire che il 50% della nostra produzione mellifera è sparita. Facciamo affidamento sulla fioritura dei tigli che avviene intorno a metà giugno. Speriamo che da qui alle prossime settimane torni il sole e il caldo, altrimenti non ci sarà più possibilità di riprenderci economicamente da questa débacle».

Una situazione preoccupante, anche perché non è che la raccolta sia andata bene gli anni passati: «Sono ormai due anni che ci troviamo nella stessa condizione di precarietà e difficoltà», spiega Mistron. «Se ci possiamo permettere che un’annata di produzione di miele vada male o comunque sia al di sotto delle aspettative, non possiamo ammettere di averne una serie continuativa. Questo significa vedere rovinate le nostre entrate. Non dimentichiamo che il miele prodotto da Apidolomiti è dop. È quindi, vitale per noi che il tempo si stabilizzi e tornino le vere stagioni».

«D’altra parte», conclude il presidente degli apicoltori bellunesi, «non possiamo fare nulla contro i cambiamenti climatici. Noi uomini non possiamo intervenire. Spetterà alle api adattarsi. Ma come capita in questi casi, l’adattamento avviene in tempi lunghissimi. Speriamo di non subire troppi danni».

(fonte: Corriere delle Alpi, Paola Dall'Anese)

qui il sito di Apidolomiti

(credit per foto: beeethic.it)

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