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Il miele del gigante buono

apinsieme-facebook-casini-pilottiIl giorno seguente la tragedia del terremoto che aveva colpito 
il centro Italia, e Amatrice in particolare, sulla pagina facebook 
di Apinsieme avevamo pubblicato un commosso ricordo di 
Christian Pilotti dedicato a Eugenio Casini. 
Sempre dedicata alla memoria di Eugenio Casini, l'iniziativa 
della Associazione Api e Biodiversità che vi abbiamo raccontato 
sul numero di Novembre della Rivista Nazionale di Apicoltura, 
pagina 53, sempre a firma di Christian Pilotti. 
In questi giorni l'Associazione nazionale stampa online ha varato 
alcune iniziative a supporto delle aziende colpite dal sisma 
di questa estate. La prima storia che raccontano sul loro sito 
è quella, appunto, della Azienda Apistica Casini, distrutta 
nel suo prezioso carico di vite umane e nella sua attività economica. 
Dal sito Anso riportiamo un articolo a firma Antonella Centofanti

Il miele del gigante buono

di Antonietta Centofanti
Incastonata nella cornice del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, alle pendici del Monte Pizzo di Sevo nel comune di Amatrice, era situata  l’Azienda apistica Casini che produceva un tipico miele millefiori di alta montagna dal colore scuro dato dalla visita delle api su piante di castagno e dalla raccolta della melata. Un miele speciale, pluripremiato.  La notte del 24 agosto ha spazzato via anche questa piccola oasi incontaminata,  ma non per sempre, poiché è partito l’S.O.S. per le api di Amatrice e in molti lo stanno raccogliendo. A lanciarlo è stata  l’Associazione Postribù Onlus, all’interno del più ampio progetto PosTerremoto, di sostegno alla rinascita e riconversione dell’economia delle zone terremotate. Miele per la Vita  – che sa di dolcezza e di  speranza –  è uno dei primi tasselli e consiste nella adozione della Azienda apistica Casini che quella terribile notte ha visto cancellata una intera famiglia. Ma chi è rimasto vuole continuare a lottare, anche per onorare la memoria e la fatica di chi non c’è più. Oggi le api sono al sicuro  ad Ancona e se ne occupano apicoltori amici. La loro casa era a  Rocchetta di Amatrice, oggi zona rossa interdetta all’accesso. Torneranno in primavera. Ne è sicura Amalia, sopravvissuta, insieme alla sorella e alla madre, al resto della famiglia: il fratello Eugenio, titolare dell’azienda, sua moglie e la sua bambina.
Eugenio, ma nessuno lo chiamava così in paese, per tutti era Gecco, era un omone alto  quasi due metri, pesava 115 kg e aveva grandi baffi. Così lo descrive Amalia. Lo chiamavano il gigante buono – continua – amava le moto, era un meccanico mancato. Ma amava soprattutto le api e quel lavoro, che è duro, delicato ed era il lavoro di nostro padre. Racconta della solidarietà ricevuta, del sostegno degli apicoltori, un mondo incontaminato di profumi e ronzii e della speranza di poter salvare quanto iniziato dal padre e proseguito dal figlio. Le incognite e le difficoltà sono tante, ma Amalia non si spaventa. Oggi vive a San Benedetto del Tronto in un albergo con la sua famiglia, due bambini e il marito. A costringerla ad abbandonare definitivamente  il paese è stata  la scossa del 30 ottobre, che ha reso ‘ impraticabile’ tutto: strade, casa, lavoro. Ma sente tutto il peso di quella vita irreale. Bisogna far finta di essere in vacanza – dice – altrimenti non si può sopravvivere. E le vacanze finiscono. In primavera torneremo a casa. Noi continuiamo ad andare ad Amatrice. Ieri mia madre è andata lì per sistemare i melai. Si lavora per preparare il rientro delle api che sono il legame tra il passato e il futuro e tra le generazioni. E il  futuro forse si chiama Postribù, l’associazione che  ha deciso di adottare l’azienda, occupandosi della conservazione e salvaguardia delle arnie e degli sciami, facendo rete con associazioni di categoria e apicoltori marchigiani e reatini. Lo sguardo è oltre la catastrofe, e  le cose da fare sono tante.  Innanzitutto procurare il cibo per l’inverno perché le api hanno finito le scorte di miele, proteggerle dalla varroa, un acaro che decima le api italiane e riavviare la produzione, con l’acquisto di nuove attrezzature per il laboratorio. Ma anche mettere in moto un meccanismo di vendita e  spedizione dei prodotti che si colleghi al circuito di economia solidale italiano: gruppi di acquisto e convenzioni con negozi o aziende amiche che partecipano a fiere e mercati. Per sviluppare il progetto sul lungo periodo, Postribù sta coinvolgendo giovani disoccupati, residenti nei Comuni di Amatrice, Accumoli o Arquata del Tronto. L’idea è quella di organizzare un corso di formazione avanzata per diventare apicoltori professionisti.  E magari, uno di loro ad aprile, quando le api torneranno a casa, potrà dare una mano perché si torni a produrre il buonissimo miele dei Monti della Laga. Amalia sa che non sarà facile ricominciare. Ma attende ugualmente  il ritorno delle api e della primavera. Il gigante buono farebbe così.

Per maggiori e dettagliate informazioni scrivete a post.tribu@gmail.com

L'immagine di copertina dell'articolo è tratta dal sito postribu.net

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Enrico Pasini
Un passato da esploratore del mondo ICT, dalla Olivetti alla Siemens, sino a Atos Italia. Dal 2012 nel mondo dell'apicoltura con la passione della Comunicazione e dei Social Network. "Fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza" Dante Inferno XXVI

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