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L’editoriale di Marzo 2025: MA IL MONDO APISTICO SI PUÒ FIDARE DI QUESTA UE?

L’interrogativo espresso nel titolo l’abbiamo posto durante un’Assemblea di Apicoltori. La risposta? E’ arrivata per alzata di mano e ha espresso uno spietato e massiccio NO. Come dare torto agli apicoltori? Sappiamo quanto sia essenziale per la vita dell’Ape un ambiente pulito e dunque non inquinato. Non a caso l’Ape è in grado di indicarci la sostenibilità di un’areale, assicurandone la biodiversità. Passaggi fondamentali per assicurare un Futuro al Pianeta e a tutti agli esseri viventi che lo abitano, senza dividerli in viventi di serie A e viventi di serie B. Passaggi sempre più problematici da realizzare visto che la UE ha spedito in soffitta il “Green Deal”. La prova? Ce la fornisce il WWF e ci dice che incombono fosche nubi all’orizzonte. E non riesce a fugarle la “Visione dell’Agricoltura e Alimentazione”, presentata dalla Commissione europea il 19 febbraio scorso, con la quale è stato archiviato definitivamente il Regola-mento europeo per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) e con esso l’obiettivo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030. Il problema pesticidi l’abbiamo già trattato nell’Edito di febbraio della rivista. E le sorprese negative non finiscono qui. Il documento della Commissione afferma che non si potranno eliminare i pesticidi, anche se tossici e nocivi, senza offrire agli agricoltori valide alternative, che la stessa Commissione individua essenzialmente nei nuovi OGM. Sì avete capito bene, nuovi OGM. Il Consiglio dell’Unione europea ha infatti approvato la proposta di una nuova regolamentazione dei nuovi OGM che sarà discussa dal Trilogo (Consiglio, Parlamento e Commissione) per l’approvazione definitiva. Va riconosciuto – ci informa Greenpeace Italia che è un’indubbia vittoria delle associazioni agricole che negli ultimi anni si sono schierate a difesa del modello di agricoltura intensiva, ricca di pesticidi: una vittoria ottenuta, però, a spese di tutti noi, a partire dagli stessi agricoltori che sono i primi recettori delle sostanze che diffondono. La tomba dell’Ape, è certo. L’Italia è da tempo NO Ogm, non a caso 8 italiani su 10 sono contrari ai prodotti geneticamente modificati, quindi l’80% della popolazione del nostro Paese non è favorevole né ai prodotti transgenici né all’utilizzo di Ogm in Italia. Questi dati fanno risaltare quella che è una tendenza nazionale. Quale? Che siamo sempre più attenti alla qualità del cibo e al rapporto che ha con l’ambiente e di riflesso sull’inquinamento e sui cambiamenti climatici. E le api che sono degli indicatori ambientali d’eccezione ci segnalano il problema da tempo immemore. Come? Sempre più spesso gli apicoltori si lamentano della coltivazione di piante geneticamente modificate, in quanto temono che esse abbiano effetti negativi sulle colonie di api e sui prodotti apicoli. L’associazione tedesca “Initiative der Imker, Landwirte und Verbraucher e.V (Iniziativa degli apicoltori, agricoltori e consumatori)” fu tra le prime a criticare gli effetti della coltivazione di OGM sui prodotti apicoli, lamentando l’inadeguatezza delle rigide misure di coesistenza in Germania al raggio di volo delle api e l’impossibilità di escludere la contaminazione dei prodotti apicoli con i pollini degli OGM. Stesso “Je accuse” in Italia. C’è da valutare che le api vengono utilizzate nel biomonitoraggio, ideale per la misurazione della concentrazione di sostanze chimiche e dei loro metaboliti nei liquidi e nei tessuti del corpo umano.
E l’attenzione alla sostenibilità ambientale e alla qualità degli alimenti è avvalorata da recentissime indagini.
Ne viene fuori che nel belpaese si è attratti dal cibo biologico, dalla sua qualità, provenienza e impacchettamento. A favore di quello che è un vero cambio delle carte in tavola si sono schierati in Italia nove associazioni di categoria: Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Confcooperative, Fedagripesca, Legacoop, Agroalimen-tare, Federchimica Assobiotec, Assosementi e Cibo per la Mente. Contrarie in tutto e per tutto, invece, 200 organizzazioni, che in un manifesto (vedi qrcode a fondo pagina) segnalano l’impatto negativo che avranno i nuovi OGM sull’agricoltura contadina e biologica.
Questi Ogm non avranno bisogno di autorizzazione per essere coltivati, perché ritenuti non nocivi. Eppure nessuno ne parla e i media generalisti sbattono il miele in prima pagina. A nostro parere criminalizzandolo. Quando cominceranno a parlare di Miele Italiano di Qualità? Qui nel bel paese se ne fa tanto di qualità elevatissima e tutti gli anni.

Apinsieme
Quelli che vogliono far volare insieme le Api

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