You are here
Home > Editoriale > Le api non stanno scomparendo, editoriale 2021-01

Le api non stanno scomparendo, editoriale 2021-01

L’editoriale di Gennaio 2021, di Massimo Ilari

In questo numero abbiamo ospitato un articolo di Baracchi-Smargiassi-Tufano, lo troverete a pagina 28, che nelle premesse, prima di entrare nel cuore del discorso, afferma, en passant, che esistono enormi criticità che minacciano la salute delle api ma, a dispetto della vulgata, non si può parlare di scomparsa.

Come ricordano gli autori, è la stessa apicoltura intensiva, ormai diffusa in tutti i continenti, a testimoniare che è fuorviante sostenere che ci sia una diminuzione quantitativa delle api.

La prova? Lo mostrano i dati che parlano di aumento del numero delle api e degli alveari. Anche al più ingenuo dei lettori non appare possibile che decrescano aumentando. In più, non possiamo omologare un alveare a una stalla, non sono certo sullo stesso piano. Quindi, appurato che le api non stanno scomparendo, semmai si può propriamente parlare di un declino della loro variabilità genetica e interrogarsi, di riflesso, su quali siano gli aspetti qualitativi che le minacciano. Questo è tutto un altro discorso e proprio su uno di tali aspetti si sofferma la ricerca che vi illustriamo sulla Rivista.

A che cosa serve tutto ciò? A noi di Apinsieme non è mai piaciuto schierarci con il discorso omologato e omologante che sembra prevalere all’interno del comparto apistico, spesso per non affrontare annose lacune che si potrebbero superare solamente con alcuni cambiamenti di mentalità anche molto dolorosi e, ci permettiamo di dirlo, anche a livello dei rappresentanti dell’apicoltura italiana.

Dunque, siamo consapevoli che qualcuno storcerà il naso leggendo il nostro editoriale nel quale rinunciamo alla semplificazione “della scomparsa delle api”, ma siamo persuasi che solo facendo storcere qualche naso si possa iniziare a cambiare la mentalità degli apicoltori. Se come tutti gli altri raccontassimo una bella favola da leggere sotto l’albero di Natale, a uso e consumo della distorta informazione dei giornali generalisti quando parlano di api, sicuramente guadagneremmo facili consensi e qualche lacrima di commozione, ma probabilmente non faremmo il nostro dovere. 

Una rivista di settore ha sempre davanti a sé due scelte: coccolarlo quel settore oppure stimolare approfondimenti e dibattiti che di certo non si possono trovare sui mezzi di informazione generalisti. Noi di Apinsieme siamo, sin dalla nostra prima uscita, per la seconda possibilità. Perché? 

Perché è l’unica che può favorire il futuro del settore.  Da troppe parti sentiamo gli apicoltori crogiolarsi nella retorica della qualità del Miele Italiano, eppure nessuno spiega mai per quali ragioni il mercato interno sia invaso da prodotti esteri, estremamente concorrenziali sul prezzo. Allo stesso modo nessuno mai dice come l’Italia apistica possa occupare mercati esteri con un’azione coordinata e plurale, e non di singoli apicoltori intraprendenti.

Ci salverà la retorica, o come vale per altri settori agricoli, ci salverà la consapevolezza e la capacità di fare impresa e di coordinare e riunire le diverse aziende? In tutti i settori l’economia italiana è caratterizzata dalla presenza di piccole e medie imprese, ma nell’ambito agroalimentare sovente la qualità da sola non basta a favorire una distribuzione che chiede garanzie sulla quantità delle forniture. L’unica strada per le piccole e medie imprese apistiche è, a nostro avviso, quella di intraprendere un percorso analogo a quanto fatto da altri settori agricoli (ad esempio risicoltori o produttori di latte). In apicoltura ciascuno procede in ordine sparso, non c’è la minima strategia e così non si va da nessuna parte.

Covid-19 ha messo in luce queste lacune, soprattutto ha evidenziato che l’associazionismo è vincente solo se quella riunione di interessi associati è veramente al servizio dei propri affiliati. Un’ultima nota: per dare voce a queste idee per il 2021 regalatevi o regalate un abbonamento ad Apinsieme, le tariffe le trovate nella pagina qui accanto.

Buon Anno.

Massimo Ilari

(Ringraziamo la nostra lettrice  Alessandra Entrata per la foto)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top