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L’editoriale di Settembre 2023: Difendere gli Apicoltori per difendere le Api

Ai più non è chiaro che se scomparissero gli apicoltori, le api da miele si estinguerebbero e, di riflesso, sulle nostre tavole non ci sarebbero più miele e altri prodotti dell’alveare. E sì, perché chi si prenderebbe cura delle api? Non certo chi le alleva per gioco o per sentirsi ecosostenibile. Se qualche mente perversa pensa di impiegarle solo per monitorare l’Ambiente e la Sicurezza Alimentare non vuole bene agli apicoltori ed è indifferente al loro lavoro. Al centro noi di Apinsieme mettiamo l’agricoltura e l’apicoltura ai tempi del clima che cambia. “Calma, non alzate le spalle indifferenti”. Il quadro non è roseo.

Mentre ci si gingilla a presentare alveari sui balconi, la presenza di miele italiano sugli scaffali dei supermercati italiani – ne abbiamo parlato a profusione – è sempre più scarsa, rimpiazzata da mieli provenienti da “fuori”. Di api i media e certe istituzioni si occupano, ma sembra che si preferisca il livello folcloristico, come abbiamo già anticipato nell’edito dello scorso luglio/agosto. In realtà, non si approntano adeguati provvedimenti per rimuovere i guai che attanagliano il settore da tempo.

Poi, c’è poca attenzione alla formazione di nuovi apicoltori – se non ci fosse il costante impegno delle associazioni apistiche diffuse sull’intero territorio nazionale proprio non ci sarebbe -; scarso sostegno agli apicoltori che fanno impresa e scarsa informazione ai consumatori sulle qualità del miele e dei prodotti dell’alveare. È proprio una cartolina già vista ma sono poco chiari o, peggio, del tutto assenti gli strumenti da mettere in campo per invertire la tendenza. Da dove ripartire? È evidente dall’agricoltura, collegandola strettamente all’apicoltura. Un’agricoltura pulita fa bene all’ambiente e alle api, e aumenta la qualità dei prodotti commercializzati. Questo approccio deve essere interiorizzato anche da alcuni apicoltori che sembrano non dargli abbastanza credito. Occorre tacitare tutti quei negazionisti che sberleffano chi mette in relazione i tanti tipi di inquinamento con mutamenti climatici sempre più pericolosi anche per le api. A confortare la scelta ci sono proprio i consumatori che richiedono sempre più prodotti di qualità e un sistema produttivo che si sta mostrando sempre più pronto alla sfida. La prova? Da dati diffusi dalla Coldiretti l’Italia può contare sull’agricoltura più green d’Europa con 5450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con Gusto, valori nutrizionali, costo, origine degli alimenti e la loro qualità sono i fattori che orientano chi fa la spesa.

“Due europei su cinque s’interessano attivamente alla sicurezza degli alimenti e soltanto uno su cinque afferma di ritenerla la preoccupazione principale nello scegliere il cibo”, scrive sul suo sito l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa, nel presentare i risultati di un nuovo sondaggio Eurobarometro, in occasione della prima Giornata mondiale della sicurezza alimentare, che si tiene ogni anno il 7 giugno. I dati rivelano come per la maggior parte degli europei la sicurezza alimentare sia soltanto uno degli elementi che, assieme a prezzo, gusto, componente nutrizionale e origine dell’alimento, influenzano le valutazioni alimentari della popolazione. I fattori più importanti per gli europei nella scelta di quello che mettono ogni giorno in tavola sono la provenienza (53%), il costo (51%), la sicurezza alimentare (50%) e il gusto (49%). L’ultimo studio di questo tipo è stato portato a termine nell’Unione europea dieci anni fa. I nuovi risultati raccontano come “la società sia molto cambiata e come si sia evoluto anche il modo in cui produciamo e consumiamo cibo”, ha detto Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA. In più, non credete sia sterile continuare solo a ripetere – senza alzare un dito – che dipendiamo dalle api per gran parte degli alimenti di cui ci cibiamo? Il loro ruolo nell’impollinazione delle piante entomofile e delle colture agricole è fondamentale, come ricordano gli esperti di Efsa. Se il numero delle api diminuisse, oltre a una perdita di biodiversità, si potrebbero avere ripercussioni fortemente negative anche sulle produzioni degli alimenti che consumiamo ogni giorno. Ripetiamo: tutto ampiamente noto, ma non basta. Nel corso degli ultimi anni, gli apicoltori hanno segnalato eventi di spopolamento di alveari e morie di api in varie parti dell’Europa, compresa l’Italia. Non è stata individuata un’unica causa ma possono aver contribuito molti fattori, tra cui gli effetti dell’agricoltura intensiva e l’uso non corretto dei pesticidi. Impossible sottrarsi a un interrogativo: sono stati attivati programmi di monitoraggio a livello europeo e mondiale in modo da trovare soluzioni per proteggere le api? Se l’ape è rock come dice Adriano Celentano mettiamola in condizione di suonare e cantare al meglio.

Apinsieme
Quelli che vogliono far volare insieme le Api

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