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L’editoriale di Febbraio 2017

Qualche anno fa realizzai un’inchiesta che suonava più o meno così… “Secondo l’ultima ricerca scientifica”… e nel condurla mi accorsi che c’erano ricerche i cui esiti ribaltavano completamente alcuni assunti delle precedenti. Che morale trarne? Non certo quella di gettare “l’acqua con il bambino”, come recita un vecchio andante. E allora? Si tratta di andare a verificare sempre il riscontro oggettivo, sul campo, di quanto si dà per oro colato. Del resto, si tratta di un criterio che è il fondamento della scienza: il metodo scientifico sperimentale. Fu Galileo Galilei a introdurlo: “esso si basa su una prima osservazione, seguita da un esperimento, sviluppato in maniera controllata, in modo tale che si possa riprodurre il fenomeno che si vuole studiare”. Insomma, solo dopo si traggono le conclusioni del caso. La verità rivelata non ce l’ha in mano alcuno. Il “dubito ergo sum” sembrerebbe a prima vista uno stravolgimento del “Cogito ergo sum”, come una provocazione, ma più semplicemente è il rovesciamento del celebre “Cogito” (“Io penso”) da cui Cartesio attinse l’essere del suo dubbio metodologico, quale strumento razionale per giudicare il valore della conoscenza empirica. In molti, lo so, si staranno già chiedendo: “E che centra con l’Apicoltura”. C’entra, e se c’entra.

La scienza va consultata perché offre un supporto all’apicoltura e può fornire indicazioni precise e innovative sulla gestione degli alveari (ovviamente parliamo della scienza propriamente detta e di una ricerca scientifica autorevole).

La scienza in quanto tale non ha dogmi e pregiudizi e nemmeno è una realtà statica. Di contro, si tratta di un susseguirsi di studi e approfondimenti in continuo divenire e riteniamo che l’apicoltura debba essere aggiornata sulle acquisizioni della moderna ricerca. La complessità del quadro sanitario in apicoltura e la sua tragicità impongono all’apicoltore una formazione e un aggiornamento continuo che può e deve essere fornito dalle Riviste di settore.

È quanto noi costantemente tendiamo a fare, senza censure preventive e aperti alle novità, purché vengano da soggetti qualificati e competenti, tenendo conto che la Scienza è animata dal dubbio e dalle domande alle quali cerca di dare graduali risposte, risolvendo un problema alla volta e avvalendosi di criteri oggettivi.

Dobbiamo tenere presente che non stiamo parlando di verità assolute, è giusto ribadirlo, ma di tentativi autorevoli di trovare soluzioni ad hoc, per poi attuare degli aggiustamenti quando spuntano fuori. Gli apicoltori non devono guardare alla ricerca con sospetto, ma avvertirla, sentirla, come una compagna di viaggio che può fornire tante soluzioni utili. Scienza e Apicoltura devono mettere in piedi un rapporto sempre più stretto.

Noi cantiamo sempre fuori dal coro e proprio per questo tendiamo a far parlare tra di loro i due mondi, solo apparentemente conflittuali. Il fai-da-te in apicoltura porta solo danni, soprattutto quando si ergono a “Magistri” soggetti che si credono depositari della verità assoluta, aprendo la strada a effetti che potrebbero essere esiziali per la sopravvivenza del settore. L’Apicoltore ha tanta conoscenza basata sull’esperienza e la pratica di ogni giorno.

E il ricercatore? Ha a disposizione un notevole patrimonio scientifico e può fornire così risposte a quella utile pratica. Come sempre, solo “Insieme” si centrano gli obiettivi e si riesce a fare strada: per il bene delle Api, dell’Apicoltura, dell’Ambiente e del Consumatore.

Massimo Ilari
Direttore editoriale

 

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