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L’editoriale di Maggio ’23: API E PESTICIDI

L’editoriale di Massimo Ilari

(…) per tutelare le nostre produzioni agroalimentari è indispensabile salvare tutti gli insetti impollinatori dall’estinzione. Infine, non mancano certo i lavori scientifici che evidenziano senza dubbi le responsabilità dei pesticidi in agricoltura nel declino degli impollinatori: serve approvare con urgenza i Regolamenti UE per la riduzione dei pesticidi e il ripristino della Natura. È tutto molto urgente (…)

Vibrante la replica del WWF e dell’intero comparto apistico alle dichiarazioni del ministro del MASAF Francesco Lollobrigida che, dopo il suo intervento al Consiglio Ue AgriFish, rispondendo alla comunicazione della Commissione europea sulla nuova Iniziativa europea per la tutela delle specie di insetti impollinatori, ha detto che «la tutela delle api non deve mettere a rischio produzione agricola» e che «sarebbe sbagliato collegare il declino degli impollinatori all’uso dei pesticidi».
Si tratta di valutazioni sorprendenti e preoccupanti.
Dure le considerazioni da portare: «Come ignorare che l’interazione tra pesticidi e api preoccupa da tempo gli scienziati di tutto il mondo e una azione per ridurre la minaccia di estinzione degli insetti impollinatori dovrebbe essere una priorità per i nostri decisori politici se si voglio-no davvero salvare le nostre produzioni agroalimentari oltre che tutelare la salute delle persone».

E non mancano i dati: «Il bilancio dell’interazione tra pesticidi e api è in realtà drammatico così come il declino degli insetti».
Per il WWF non si può ignorare che l’80% delle colture che producono frutta, verdure e sementi per il consumo umano dipende direttamente dagli insetti impollinatori. E dunque per tutelare le nostre produzioni agroalimentari è indispensabile salvare tutti gli insetti impollinatori dall’estinzione. Infine, non mancano certo i lavori scientifici che evidenziano senza dubbi le responsabilità dei pesticidi in agricoltura nel declino degli impollinatori: serve approvare con urgenza i Regolamenti UE per la riduzione dei pesticidi e il ripristino della Natura. È tutto molto urgente.
Oggi il 40% degli insetti impollinatori nel mondo è a rischio estinzione ed entro il 2100 lo saranno i due terzi. In Europa, negli ultimi 30 anni, abbiamo perso il 70% della biomassa degli insetti volatori, molti dei quali garantiscono il servizio eco sistemico dell’impollinazione. Gli apicoltori, da parte loro, segnalano da sempre l’elevata mortalità degli alveari dovuta proprio all’uso massiccio dei pesticidi in agri-coltura. Un sistema di produzione che per come è congegnato andrebbe profondamente modificato. C’è in ballo la salute dell’Ambiente, del Genere umano e delle Api. Basterebbe che al Ministero consultassero un recente studio pubblicato sulla rivista Nature. Di che cosa si tratta?
Sono state esaminate più di 90 pubblicazioni scientifiche sui pesticidi e altri fattori che incidono pesantemente su una buona qualità di vita delle api. Il responso? Risultano più che evidenti le responsabilità dei pesticidi nella moria delle api. In più, c’è da considerare che gli effetti letali di questi formulati sono ancora più nocivi quando si utilizza-no due o più sostanze chimiche: si verifica il cosiddetto effetto cocktail che è da considerare micidiale.
Non a caso, a pagina 14 presentiamo un articolo su pesticidi e fungicidi in agricoltura.
A pagina 8 della Rivista, poi, parliamo con dovizia di particolari del miele contraffatto che gira in Europa. L’Olaf, Uffcio europeo antifrode, ha messo sotto la lente 320 lotti di miele importati da paesi extra Ue e le risultanze sono preoccupanti: nel 46% dei campioni analizzati non c’è traccia del “biondo” prodotto delle api. Da dove arriva Il falso miele? Soprattutto dalla Cina ma non mancano le sorprese. Preoccupa, e non poco, gli apicoltori italiani, che anche sui social criticano pesantemente la sleale concorrenza dei mieli provenienti da paesi extraeuropei, la scarsa difesa del Miele Italiano. E non hanno tutti i torti. Per l’anno 2022 si stima una produzione di miele nazionale superiore alle 23.000 tonnellate, mentre l’importazione di miele si attesta sulle 20.000 tonnellate circa. Dunque, di miele d’importazione ne circola non poco. Un consiglio al consumatore?
Leggete attentamente le etichette e occhio alla dicitura “Miele Italiano”. Lo scopo dell’indagine è stato quello di rilevare la presenza di sciroppo di zucchero esogeno – estraneo quindi al miele prodotto dalle api – aggiunto in modo fraudolento al miele per aumentarne il volume e quindi trarne maggiore profitto.

Poi, approfondiamo ulteriormente la questione contraffazione in un’intervista fatta da Luca Rossetti a Lucio Ragazzini, presidente di Apicoltura Casentinese.
In pratica da pagina 8 a pagina 21 i nostri lettori avranno a disposizione una analisi dettagliata delle tematiche a cui abbiamo fatto riferimento nell’editoriale.

(foto pixabay/G.Bussy)

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