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L’editoriale di Febbraio 2024. GREEN DEAL ADDIO?

“Perdo i pezzi ma non è per colpa mia se una cosa non la usi non funziona”, canta Giorgio Gaber nella canzone “Quello che perde i pezzi”. E ciò che non sembra funzionare in questa Europa è proprio la materia grigia collocata nella scatola cranica di certi rappresentanti.

La Commissione ha strombazzato il varo del “Green Deal” (riduzione dei pesticidi, che avrebbe dovuto portare a un dimezzamento del loro uso entro il 2030), eppoi se ne fa poco e niente. Anche le povere api ne escono con le ali a pezzi, grazie a una posizione ondivaga e lasca. E che cosa è successo? Vediamo. «Gli agricoltori in protesta ricevono da Ursula von der Leyen il via libera a proseguire l’(ab)uso dipesticidi senza anziché ottenere garanzie su #prezzoequo (#fairprice) e divieto di vendite #sottocosto» denuncia con forza Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE – GIFT – Food Times) ed Égalité. Stiamo procedendo con gli stivali del Gatto con gli Stivali verso un uso senza controllo dei pesticidi? Sembrerebbe proprio di sì. 

La finanza in agricoltura si compiace, ovviamente, della decisione di Bruxelles. Quanti più pesticidi ed erbicidi vengono utilizzati, tanti più ne serviranno, in aggiunta ai fertilizzanti azotati per restituire nutrienti ai suoli resi sterili. Risultato? Le aziende agricole familiari e contadine (94,8% del totale) aggraveranno così sempre più dagli input agricoli, i cui costi negli ultimi decenni sono aumentati a dismisura (senza a ciò sia corrisposto un aumento dei prezzi dei loro prodotti); gli agricoltori e le loro famiglie in primis continueranno a venire esposti a sostanze chimiche cancerogene, genotossiche e neurotossiche, la cui sicurezza non è neppure stata rivalutata da EFSA, come invece dovuto. Tutto bene, invece, per quanti avevano già boicottato la proposta SUR (Sustainable Use and Reduction of pesticides) al Parlamento europeo. Tutto male per i contadini e le popolazioni. Eppure, dai rappresentanti del Movimento dei Trattori – ne ho ascoltato uno intervistato a Radio 24, l’emittente della Confindustria – si viene a sapere che la loro contestazione è dovuta anche al fatto che in Europa arrivino – da paesi extraeuropei – prodotti privi di regolamentazioni adeguate per quanto riguarda i residui di agrofarmaci, prodotti che fanno una concorrenza sleale a quelli europei che, giustamente, si adeguano alle rigorose norme del Vecchio Continente.

Di riflesso, il Green Deal europeo sta perdendo un pezzo dopo l’altro. E lo dimostra il fatto che lo scorso 11 luglio 2023, il Parlamento europeo ha votato per esentare gli allevamenti bovini e gran parte di quelli di pollame e suini dai nuovi limiti alle emissioni industriali imposti dall’omonima direttiva. Chiaro che le organizzazioni ambientaliste siano scese sul piede di guerra. «L’influenza delle lobby della zootecnia intensiva ha portato a un voto paradossale: – ha dichiarato Simona Savini di Greenpeace Italia. – consentendo ai più grandi allevamenti intensivi europei di continuare a inquinare, li ha messi sullo stesso piano degli allevamenti più piccoli. Questo è un voto contro l’ambiente, contro la salute e contro le stesse aziende a conduzione familiare che si dice di voler difendere, comprese quelle del Made in Italy». 

E la lista degli orrori si completa sempre con la Commissione UE che ha dato il via libera – già qualche mese fa – a una proroga di altri dieci anni per il glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo. A fare le spese di queste scelte dissennate saranno anche gli apicoltori, come ricordato nell’incipit. Le malcapitate api, apparentemente considerate come insetto da preservare per i servizi che rendono all’ambiente, saranno sempre più esposte all’azione nociva degli agrofarmaci, che di api fanno strage. Si vuole la scomparsa definitiva degli apicoltori e di riflesso delle api? Si vuole sostituirli entrambi con i robot? Arriveremo al Movimento dei Trattori che trasportano Alveari?

Poi, appaiono incomprensibili le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura: «Commissione Ue recepisce proposte Italia, nostro percorso è quello giusto. Bisogna limitare ulteriormente gli agrofarmaci solo quando si sarà in grado di proteggere le produzioni con metodi alternativi». E allora dimentichiamo che cosa propongono l’Agricoltura Biologica e Integrata? Qualcuno provi a domandarsi quali saranno le conseguenze di decisioni prese per ambiente, sicurezza alimentare e biodiversità.

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